Viaggio dentro «Mind»: i sedici piani del Galeazzi e il «Decumano 2.0»- Corriere.it

2022-05-14 16:44:57 By : Ms. Galaxy Peng

Sembra una danza, lentissima: uno dopo l’altro, i due escavatori strappano — con una delicatezza impensabile, considerando le tonnellate in movimento — gli arcarecci, cioè i moduli in acciaio della tensostruttura che sei anni fa sosteneva il tendone del Decumano. Si avanza di venti, trenta metri al giorno , sotto lo sguardo attento del responsabile dei lavori Giorgio Fainello, badando a non danneggiare la superficie asfaltata e a recuperare i pezzi smantellati. Proprio in quel punto del lungo rettilineo che fu la spina dorsale di Expo incombe la sagoma già definita dell’edificio che ospiterà il nuovo ospedale Galeazzi : sedici piani che alla fine del prossimo anno saranno completati e nel 2023 abitati e operativi.

Insomma, Mind avanza, l’emergenza sanitaria non ha fermato il grande cantiere che sta trasformando l’ex area Expo nel futuro polo scientifico-tecnologico a Ovest di Milano . In estate arriverà l’inaugurazione dei nuovi laboratori di Human Technopole , ma un centinaio di ricercatori già lavorano a Palazzo Italia. L’obiettivo finale è ospitare, a partire dal 2025, oltre 1.200 studiosi di scienze della vita e medicina di precisione . Nel frattempo l’Università Statale ha chiuso il bando per la costruzione del proprio Campus in project financing , mentre Arexpo ha completato la fase di preparazione dell’area per l’avvio del cantiere. I primi studenti sono attesi nel 2025, una popolazione di almeno 20 mila persone, dal momento che alle facoltà per le quali è previsto il trasferimento sono attualmente iscritti 18 mila studenti e lavorano un paio di migliaia di docenti e amministrativi. Contemporaneamente cresce la componente privata. Anche in questo caso il virus non sembra aver provocato danni collaterali: nessuna azienda ha disdetto e per la fine di quest’anno resta programmata l’inaugurazione del «Mind Village» , con i primi insediamenti di imprenditori privati. Complessivamente sono un centinaio a essersi rivolti allo sviluppatore Lendlease, che ha una concessione per 99 anni per una parte dell’area. «I due grandi temi di Mind sono Scienze della Vita e Città del Futuro che sono molto di attualità — sottolinea l’amministratore delegato di Arexpo, Igor De Biasio — e questo spiega abbastanza il fatto che l’emergenza Covid non abbia impattato sul progetto».

In ballo ci sono tanti soldi: oltre 4 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni , dei quali 2,5 privati e 1,5 pubblici per una delle più importanti operazioni di rigenerazione urbana in Italia. L’area è di oltre un milione di metri quadri, la metà dei quali destinati a verde. Nel masterplan di Carlo Ratti rimangono i canali di Expo, la Collina mediterranea e la struttura «urbanistica» originaria, tra Cardo e Decumano, dove dal 2029 — quando tutto sarà a regime — si muoveranno quotidianamente 60-70 mila persone. Ma già nel 2025, prevede Arexpo, saranno operativi almeno in 30 mila. «Un distretto in grado di concorrere con le eccellenze europee , da Londra a Barcellona — spiega ancora De Biasio disegnando traiettorie su una mappa — con le enormi possibilità offerte dalla sinergia tra pubblico e privato. L’unico esempio paragonabile è quello di Dubai, che infatti è stato ispirato dal nostro progetto».

Anche per questo, ieri, l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi , ha voluto visitare i cantieri e manifestare il sostegno di Palazzo Lombardia (peraltro azionista di Arexpo) a De Biasio e a Stefano Minini, responsabile del progetto per Lendlease: «Mind è la dimostrazione che è fondamentale proseguire sulla strada delle valorizzazione delle filiere aziendali e della ricerca applicata — ha detto Guidesi — e anche l’importanza del modello vincente pubblico-privato, in cui il pubblico garantisce il rispetto dei tempi garantendo così l’attrattività». Intanto, gli escavatori proseguono la loro danza sul Decumano, poco distanti da Cascina Triulza, dove tra Expo e post-Expo non c’è stata praticamente pausa. Sono ancora ben distinguibili ex padiglioni, completamente svuotati all’interno. Nel quartier generale della cittadella del futuro lavorano molte persone che avevano vissuto dall’interno quei sei mesi del 2015. E Igor De Biasio assicura: «Si coglie l’entusiasmo di chi sta rivivendo l’esperienza di un progetto rivolto al futuro».

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