Rapporto ICE 2019-2020 - L'Italia nell'economia internazionale — Assolombarda

2022-07-23 01:49:37 By : Ms. Susan Sun

Produce e diffonde informazioni e dati volti a supportare la competitività delle imprese.

Per offrirti una migliore esperienza di navigazione ed ottenere statistiche sull’uso dei nostri  servizi, questo sito web utilizza esclusivamente cookie tecnici necessari o assimilabili ad essi, anche di terze parti. Per saperne di più, anche su come modificare le tue preferenze sul tema, leggi la nostra  Cookie Policy. Per proseguire nella navigazione e chiudere il banner, clicca sul tasto  Prosegui.

Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

Secondo le previsioni ICE-Prometeia, l’export italiano nel 2020 vedrà una flessione del -12%, per poi rimbalzare nel 2021-2022 registrando un +7,4% e un +5,2% rispettivamente. Saranno dunque necessari 2 anni per recuperare i livelli del 2019.

Uno sguardo ai numeri dell’export nel 2019

Nel 2019 l’export italiano ha raggiunto i 585 miliardi di euro (beni e servizi complessivamente), con un peso pari al 31,7% del PIL nazionale, in crescita consecutiva negli ultimi 10 anni (nel 2010 il peso era pari al 24,9%). L’export italiano genera 53 miliardi di euro di saldo positivo della bilancia commerciale, in crescita del +35% rispetto allo scorso anno. I settori che contribuiscono maggiormente al saldo sono: macchinari e apparecchi (che da solo ‘paga’ i 42 miliardi della bolletta delle importazioni energetiche nazionali), moda, mobili, agroalimentare.

La quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali è stabile al 2,84%, ma dai numeri si scorgono importanti potenzialità: in 9 dei 15 mercati principali di import mondiale (cfr. in rosso nel grafico sottostante) la quota italiana è inferiore alla quota di mercato media dei nostri prodotti nel mondo. Sono quindi chiare le opportunità per l’Italia sia nei mercati internazionali di grandi dimensioni, come USA, Giappone e Canada, sia in mercati ad alta crescita come Cina, India e Corea del Sud.

Il 2019 ha segnato una forte crescita dell’export farmaceutico (+26%), mentre per destinazione geografica è cresciuto in particolar modo l’export verso il Giappone (+20%, per effetto dell’accordo di libero scambio con l’Ue) e verso la Svizzera (+15%, come hub di smistamento internazionale). Anche l’export dagli Stati Uniti registra un aumento di oltre il +5% nonostante i dazi imposti.

Gli effetti del Covid-19 sugli scambi commerciali: “La macchina in corsa si è fermata”, ma l’export è atteso essere il volano della ripresa nei prossimi anni

Secondo le stime ICE-Prometeia, nel 2020 l’export italiano subirà un forte calo, pari al -12% rispetto al 2019, per poi ripartire nel biennio successivo, con tassi di crescita del +7,4% nel 2021 e del +5,2% nel 2022. Saranno necessari due anni affinché l’Italia torni sui livelli di export del 2019.

Nei primi 5 mesi del 2020 le esportazioni sono diminuite del -16,0% rispetto allo stesso periodo del 2019. La flessione non è estesa a tutti i settori: ad esempio, farmaceutica (+16,0%) e alimentari e bevande (+4,3%) hanno mantenuto tassi di crescita. Diversamente, altri settori sono rimasti fortemente coinvolti dalla battuta di arresto del commercio mondiale registrando flessioni del loro export nell’ordine del -30 -35% (-34,5% automotive, -28,0% tessile, -32,5% manufatti vari). Per destinazione, il crollo dell’export italiano è invece diffuso ed esteso sia ai paesi membri dell’Ue (-18,3% Francia e -12,3% Germania) sia nei mercati di sbocco extra-Ue (-33,9% India, -21,9% Cina). Nella fase di ripresa dell’export nel post-Covid 19, quindi nel biennio 2021-22, le maggiori opportunità di crescita si prevedono in alcuni Paesi dell’est Europa, in Cina e Hong Kong, in Russia e in Turchia, in Germania e in Corea.

In termini di export per settori, si stimano tassi di crescita tra il +12% e il +14% nei seguenti comparti: macchinari, moda, metalli, mezzi di trasporto, alimentare e farmaceutica. 

Opportunità e criticità per l’Italia nel post-Covid 19

L’Italia affronta la ripresa economica con alcuni fattori di criticità, già presenti prima della crisi sanitaria:

Tra i mega-trend che, per effetto della pandemia, hanno vissuto una forte accelerazione spicca l’e-commerce: secondo le stime più recenti dell’UNCTAD, il valore dell’e-commerce a livello globale ha raggiunto 25,6 trilioni di dollari nel 2018 e risulta in crescita del +8% rispetto al 2017. L’aumento è registrato anche in termini di acquirenti on line (1,45 miliardi di persone, in aumento del +9%). Su questo fronte l’Italia deve affrontare i suoi ritardi strutturali, sia in termini di tasso di penetrazione che cresce ma resta basso (il rapporto tra vendite online e totale vendite retail è del 6% in Italia, del 14% nella media mondiale), sia in termini di presenza in ambito B2C (il mercato vale in Italia 32 miliardi di dollari nel 2018 rispetto ai 266 miliardi del Regno Unito).

Inoltre, le nuove abitudini di consumo sperimentate durante il lockdown e le nuove tendenze dei consumatori (dettate anche da limiti di budget) favoriranno i prodotti a maggior valore, ovvero quelli con un migliore rapporto prezzo-prestazione, e i prodotti più innovativi. Allo stesso modo verranno premiati anche prodotti caratterizzati da salubrità e sostenibilità.

Un’altra leva fondamentale è l’innovazione. ICE si impegna a creare un circolo virtuoso innovazione-export-crescita che a sua volta genera innovazione agendo principalmente su tre direttrici: lo sviluppo e il consolidamento del mercato finanziario dell’innovazione; la creazione di start-up ad elevata vocazione internazionale; l’open innovation per consentire alle imprese uno sviluppo all’insegna della sostenibilità sociale e ambientale.

Il materiale completo è disponibile al seguente LINK.

© 2000 - 2022 Assolombarda - Codice Fiscale: 80040750152